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Diversi per andare a ritmo

Il jazz è improvvisazione. L’armonia migliore non nasce dagli accordi, ma dalla libertà di espressione dei musicisti, con i loro strumenti preferiti: “Il segreto consiste nella capacità di superare le difficoltà insieme, anche i disaccordi”. Durante una missione scientifica, spiega Chiara, si vince e si fallisce insieme come una squadra. 

“La prima volta che sono arrivata in Antartide avevo 29 anni, ero molto giovane e molto emozionata. Sapevo tutto sul Polo Sud ma quando sono arrivata lì mi sono ritrovata in questo spazio con questa vastità, in questa natura allo stato puro e ne sono stata praticamente travolta”. L’ingegnere Chiara Montanari è stata la prima donna italiana capo spedizione in una missione scientifica in Antartide. Dalla sua esperienza ai confini del mondo è tornata arricchita da un insegnamento di cui possiamo fare tesoro tutti noi.

“Durante una spedizione mi piace pensare che siamo dei musicisti jazz - racconta Chiara - Ci prepariamo tantissimo prima e poi dobbiamo realizzare i nostri progetti al ritmo che ci dà l’Antartide. Dobbiamo articolare le situazioni in tempo reale”.

Il successo deriva dal riconoscimento e dalla valorizzazione delle caratteristiche uniche di ciascun componente del gruppo e non dall’omologazione. La diversità è un’opportunità per sviluppare innovazione, creatività e crescita. La gestione delle differenze e dell’inclusione è un processo in continuo divenire, che va curato e alimentato costantemente, in un approccio mai lineare.

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La diversità è ricchezza

 La lezione di Chiara dovrebbe far riflettere anche altre realtà lavorative, a partire dalle grandi aziende, in cui convivono sempre di più pluralità culturali, religiose ed etniche. Queste diventano fucina di innovazione, in cui performance e umore migliorano con effetti positivi su motivazione e senso di appartenenza.

In Eni convivono ben 108 nazionalità diverse e ogni giorno si lavora per sviluppare e diffondere una cultura dell’inclusione che contribuisca a creare un ambiente libero da pregiudizi, garantendo pari opportunità. Il progetto #EniforInclusion, per esempio, è un’importante iniziativa volta a sensibilizzare tutti i dipendenti su tematiche specifiche come la lotta contro la violenza sulle donne, la parità di genere, l’orientamento sessuale, la disabilità, l’internazionalità e l’intergenerazionalità.

A conferma del suo impegno sul tema, Eni ha sottoscritto le disposizione dei Women Empowerment Principles (WEP) delle Nazioni Unite al fine di promuovere  un approccio sempre più trasversale all’uguaglianza di genere e all’empowerment femminile non solo nel luogo di lavoro, ma anche nelle pratiche di business e nella società. 

Eni è inoltre impegnata nel ridurre ed eliminare ogni possibile forma di discriminazione o di molestia e a valorizzare l’unicità della persona. A sostegno dell’inclusione e del rispetto, Eni ha emanato la policy Zero Tolerance contro la violenza e le molestie sul lavoro. Questo è un importante strumento per i dipendenti che in questo modo possono sentirsi tutelati.

Solo imparando a riconoscere il valore aggiunto della diversità, potremo creare i presupposti per una società inclusiva. Come ci ricorda Chiara Montanari nel suo racconto: “La crescita in consapevolezza si fa cambiando il nostro approccio alle cose. Io l'ho chiamato Antartic Mindset ma si tratta veramente di un’espansione delle nostre possibilità in termini di pensiero, di capacità di pensare”.

L'autrice: Barbara Bella

Si occupa di comunicazione istituzionale in Eni, con particolare interesse per i temi di D&I e sostenibilità.



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